ULTIMA FRESATURA

La fresatrice guidata da un super nonno che ci ha aiutato sempre con grande disponibilità.
Il terreno scuro, appena fresato, a destra a confronto con quello piú chiaro, ancora da lavorare, a sinistra.

Giornata produttiva stamattina!!!
Ore 8:30 ultima fresatura del terreno.

Ora la terra è pronta  per “ospitare” le piantine seminate precedentemente in vasetti nelle classi.

Abbiamo ospiti!

Finalmente la primavera ci regala un bel sole per uscire.

Prima dell’ultima fresature meccanica, dobbiamo pulire il terreno dai sassi più grossi, dagli stecchi, dalle radici e dalle prime infestanti per renderlo più accogliente per le nostre piantine.

 

C’è una parcella che è particolarmente ricca di macerie e ci ha dato del filo da torcere e mentre eravamo con le mani per terra, abbiamo trovato degli abitanti del suolo: lombrichi e  larve di maggiolino!

Un lombrico
Una larva di maggiolino

Sono entrambi invertebrati,  con il corpo allungato, suddiviso in segmenti che si ripetono (metameri), ma sono parecchio diversi!

Il lombrico è un comune  anellide. Fa piacere avere i lombrichi nel terreno, sono ospiti graditi, sono indice di buona terra da coltivare, arieggiano il terreno con le loro gallerie e  sono produttori di humus!

Invece possiamo escludere che l’altro animaletto color crema sia un verme e classificarlo come larva di insetto (maggiolino)  perché presenta le caratteristiche  antenne e  zampine. Questa larva non è così amata dagli ortolani perché in questo stadio si nutre voracemente di radici, danneggiando le piante.

Ah, sapete perché il maggiolino si chiama così? Perché la sua metamorfosi da larva allo stadio adulto di maggiolino avviene a maggio.

Visita all’orto didattico della scuola dell’infanzia di Nave

La mattina del 12 aprile noi di 3°B, la 3°D, tre ragazzi dell’istituto agrario “Busdraghi” e le nostre professoresse abbiamo preso il pullman per andare alla scuola dell’infanzia di Nave a vedere l’orto che coltivano i bambini dell’asilo. Quell’orto è iniziato con alcuni di noi, 10 anni fa, quando eravamo piccoli e frequentavamo quell’asilo; siamo stati proprio noi a piantare i primi ortaggi lì! Oggi realizziamo un progetto di continuità didattica.

Quando  il pullman ci ha portati a destinazione siamo entrati nel salone dove ci ha accolti Emilio Bertoncini: l’agronomo che ha iniziato con noi l’orto, ancora se ne occupa ed è anche il papà di una nostra compagna. Chi di noi ha frequentato quell’asilo, se lo ricordava bene, gli altri lo hanno conosciuto.

Tutto partì  10 anni fa, quando le maestre chiesero un provvedimento per nascondere il muro del loro giardino scolastico perché le faceva sembrare in prigione ed Emilio propose, scherzando, di farci un orto, ma tutti lo presero sul serio. Emilio allora, siccome il terreno non era adatto alla coltivazione, utilizzò delle grandi vasche per coltivare.

Lui ci ha fatto vedere e ricordare i tempi passati, mostrandoci le foto di alcuni di noi, quando coltivavamo l’orto che ancora oggi si è mantenuto. Anche i ragazzi della 3°D avevano portato una presentazione con le loro foto da piccoli. Vederci da bambini ci ha suscitato grandi emozioni e risate.

Nel salone con Emilio che ci mostra le nostre foto di 10 anni fa

Noi della 3°B, ex alunni della scuola di Nave, in vista dell’incontro, avevamo preparato per lui e per i bambini dei brevi testi con i ricordi che avevamo dell’orto; leggerli davanti a tutti ci ha fatto diventare timidi e vergognosi!

I brevi testi preparati dai ragazzi della 3°B, pensando all’orto di quando erano piccoli

Dopo aver visto le foto e ricordato i vecchi tempi siamo usciti nel giardino.

Semicerchio all’esterno della scuola dell’infanzia di Nave intorno ad Emilio

Emilio ci ha dato una vaschetta come quelle che contengono la frutta che doveva ospitare tre vasetti in cui abbiamo messo la terra e piantato dei semi:

  • Vasetto di yogurt, bucato sotto: non ha nessun prezzo perché è un rifiuto. È il meno economico perché bisogna prima mangiare lo yogurt, lavarlo e praticarci il buchetto.
  • Vasetto biodegradabile di torba: non inquina, si può mettere interrare con la piantina perché si scioglie pian piano, però si utilizza una volta sola.
  • Vasetto progettato per accogliere una piantina: è quello meno costoso, è fatto di plastica ed è quello che si usa di più, è il migliore dal punto di vista tecnico, ma è necessario il trapianto della pianta.

Emilio ci ha invitato, quando saremo adulti, a trovare un modo di coltivare che riunisca tutte e tre le caratteristiche dei vasi che ci erano stati consegnati.

I tre tipi di vasetti
Vaschetta di plastica contenente i tre vasetti.

Abbiamo riempito i vasetti con la terra fatto un buchino con le dita dove ci abbiamo messo i semi che abbiamo ricoperto nuovamente con la terra e poi annaffiato. Abbiamo messo diversi semi dentro i vasetti.

  • Semi di ceci di una confezione venduta per mangiarli: li abbiamo messi dentro il vasetto di yogurt. Ne abbiamo messi due.
  • Semi di zucchine tonde da una confezione venduta apposta per la semina nelle agrarie: le abbiamo messe nel vasetto biodegradabile. Ne abbiamo messo solo uno.
  • Semi di girasoli: li abbiamo messi nel vasetto tecnico. Abbiamo messo tre semi.

Le quantità dei semi sono state diverse a seconda delle probabilità di germinazione e crescita della pianta.

Mentre la 3°D faceva merenda, noi di 3°B abbiamo incontrato i bambini dell’asilo e ci abbiamo lavorato insieme facendo un piccolo orto dentro dei contenitori di arance vuoti (cassette di plastica), mettendoci sotto dei tovaglioli per evitare che la terra passasse dai buchi. Abbiamo aiutato i bambini dell’asilo ad usare le palette e i cucchiai per mettere la terra nei contenitori. Dopo hanno fatto un buco con il dito e ci hanno piantato le lattughe e l’aglio: queste piante le porteremo a scuola e saranno  le nostre prime piante dell’orto della scuola media!

I grandi e i piccoli si incontrano per fare l’orto.

 

Grandi e piccini lavorano insieme per sistemare il terriccio nelle cassette…
…e per trapiantare le insalate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’orto in cassetta è pronto.

Appena finito ci siamo dati il cambio con la 3°D e noi siamo andati a fare merenda con biscotti e acqua, mentre facevamo un breve giro dell’orto in cassoni, della serra, guardando le varie piante, tra cui un melo, varie insalate, fragole…

Alla fine ognuno ha preso la sua vaschetta, abbiamo salutato e ringraziato Emilio e siamo tornati a scuola con un compito affidatoci da Emilio: custodire le nostre piantine e farle crescere al meglio, a casa o a scuola.

I nostri commenti a caldo:

“È stato molto bello e divertente vedere i miei compagni da piccoli e leggere i loro ricordi dell’infanzia passata. È stato molto bello vedere tutti quei bambini felici di fare l’orto con noi, una bellissima esperienza. Non vedo l’ora che le mie piantine crescano. Ogni giorno a scuola ce ne prendiamo cura e diamo loro l’acqua perché non vogliamo farle morire.” (E. C.)

“Ci siamo divertiti molto a fare questo progetto e conserviamo le nostre piantine in classe dove ce ne prendiamo cura tutti i giorni.” (D. D. P.)

“E’ stata una bella esperienza lavorare con Emilio e i bambini della scuola dell’infanzia facendo ricordare a tutti molti bei tempi.” (E. F.)

“Ci siamo divertiti aiutando i bambini a travasare alcune piantine in cassette riempite di terriccio.” (G. M.)

“Secondo me è stato molto divertente e utile, con le spiegazioni di Emilio. Per me è stato bellissimo anche rivedere la mia vecchia scuola e le maestre!” (A. B.)

“È stata proprio una bella esperienza.” (E. P.)

“Mi è piaciuta questa gita perché mi ha fatto ricordare l’infanzia.” (N. B.)

“Una giornata divertente che ripeterei 100 volte” (L. S.)

“La parte divertente è stata guardare i miei amici da piccoli. E’ stata una visita molto particolare, davvero bella ed educativa” (R. C.)

Osmosi in classe

Osmosi: è il processo di passaggio dell’acqua attraverso una membrana semipermeabile (membrana cellulare) dalla soluzione meno concentrata (meno soluto) alla soluzione più concentrata (più soluto). 

Osserviamo l’azione dell’osmosi nella patata:

Tagliamo tre piccoli cubetti di patata, di circa 1 cm per lato.

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Pesiamo ogni cubetto e annotiamo il peso.

Prendiamo tre bicchieri e li riempiamo di acqua distillata.

Aggiungiamo 4 cucchiaini di sale nel primo bicchiere, 6 cucchiaini di zucchero nel secondo e mescoliamo finché non si sciolgono. Non aggiungiamo niente nel secondo.

Immergiamo un cubetto di patata in ciascun bicchiere e attendiamo per un giorno.

Questo è il risultato il giorno seguente

Nei bicchieri con il sale e lo zucchero l’acqua si è spostata per osmosi dall’interno all’esterno della patata, per questo i due cubetti peseranno di meno. Il cubetto che era nel terzo bicchiere pesa poco più dell’inizio, perché l’acqua si è spostata all’interno.

G. F.

Le foglie

Ho portato a scuola tre foglie che appartengono all’edera, all’alloro e al trifoglio.

Che tipo di foglie sono? Come si classificano?

Chiara.